Settimo insegnamento Taiichi Ohno: pensa che riuscirai e troverai il modo di farlo
"E' dura fallire, ma è ancora peggio non aver cercato di avere successo": oggi ho deciso di "scomodare" perfino il 26° Presidente degli Stati Uniti, Theodore Roosevelt, per introdurti uno dei messaggi più importanti di Taiichi Ohno.
Il settimo insegnamento di Taiichi Ohno ci ricorda come il Kaizen, il percorso verso il miglioramento continuo, non sia una lunga strada spianata e lineare: piuttosto, si tratta di un sentiero che si biforca e inerpica in salita, con ostacoli lungo il percorso che possono talvolta farci deviare dai nostri piani originali e costringerci a tornare indietro di qualche passo, rivedendo le decisioni prese.
Per ridurre gli sprechi e creare un sistema produttivo che scorra come un flusso, probabilmente devi rivedere molti aspetti della tua azienda. Incapperai in errori e in idee che, una volta applicate, si riveleranno inefficaci, prima di trovare le soluzioni giuste per te. Taiichi Ohno ci insegna a dare valore ai tentativi e a proseguire lungo il cammino verso il successo.
1. Credere nel "poter fare". Dubitare del "non poter fare".
Come puoi ottenere un buon risultato e convincere i tuoi collaboratori, se il primo a non avere fiducia sei tu? Talvolta, se un tentativo si rivela inefficace, siamo tentati di tornare alle soluzioni adottate fino a quel momento, deducendo che, seppure imperfette, esse siano migliori di un cambiamento.
Questo atteggiamento è pericoloso: nessuno più avrà il coraggio di proporre dei cambiamenti e questo precluderà la possibilità di qualsiasi futuro successo. Se un tentativo fallisce, bisogna tentare nuove opzioni e continuare a impegnarsi nell'attività migliorativa. E se il tentativo di successo fosse proprio il prossimo?
2. L'ingegno è distribuito egualmente. La differenza sta nel modo di esternarlo
Secondo Taiichi Ohno, il lavoro è l'attività che ci permette di manifestare il nostro ingegno: in quest'ottica, diventa qualcosa per la quale vale sempre la pena impegnarsi. Rinunciare in partenza, di fronte alle difficoltà o ai primi insuccessi, vuol dire impedire a se stessi di esternare il proprio talento. Di conseguenza, non potranno che fare lo stesso anche i nostri collaboratori, limitandosi ad eseguire ordini senza alcuno spirito critico.
3. Non apprezzare i critici. Non completare un giudizio con una critica
Nell'ottica di eliminazione degli sprechi che è alla base della filosofia Lean, non c'è posto per la critica e per il giudizio negativo: porsi su un piedistallo e criticare chi commette errori o propone metodi inefficaci non ci aiuterà a risolvere il problema.
La critica è uno spreco di tempo, risorse, energie e ingegno: bisogna invece individuare il problema ed essere pronti a intervenire, mettendosi alla ricerca di soluzioni in grado di farci progredire sulla strada del Kaizen.
4. Se non vuoi essere troppo indaffarato devi correggere il sistema
A questo punto, l'importanza di tentativi e cambiamenti ti è sicuramente chiara. Come fare, però, a individuare le criticità e gli sprechi all'interno della tua azienda? La risposta è: fatti continuamente delle domande. Perché ogni attività viene svolta? Perché viene svolta proprio in quel modo? La si potrebbe svolgere meglio? Se la risposta è sì, ora sai dove intervenire...
In conclusione:
Soltanto analizzando i vari processi produttivi e procedendo per tentativi mirati potrai migliorare la produttività della tua azienda e raggiungere l'obiettivo che è alla base del metodo Lean: ottenere una produzione snella, leggera, priva di sprechi e i cui processi richiedano il minore sforzo possibile.
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